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martedì 25 gennaio 2011

Parliamo di Aids

Quelli che seguono sono i testi che abbiamo scritto a due mani Rayan Abu Monassar, studente di Biologia, e io. Ci siamo divertiti a figurarci come commenterebbe un giornale se venisse a galla la verità sul grande imbroglio dell'Aids. AIDS: IL VIRUS INVENTATO Sembra che la malattia del secolo non esista. Ascoltiamo alcuni pareri illustri dei nostri contemporanei su questa notizia sconvolgente di Rayan Abu Monassar* PARIGI-“Noi possiamo essere esposti all’Hiv molte volte senza esserne cronicamente infettati. Il nostro sistema immunitario se ne libera in poche settimane se abbiamo un buon sistema immunitario”. Sembra proprio un campanello di vittoria per i dissidenti le frasi dette da Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina nel 2008 per aver isolato il retrovirus Hiv, in un intervista l’anno scorso. Duesberg e Mullis saranno a brindare in qualche pub californiano mentre l’establishment fa “ufficiosamente” marcia indietro sulla questione Aids. Dopotutto l’Hiv è un retrovirus come tutti i suoi colleghi che sono stati studiati come possibile causa del cancro, proprio perché crescono in armonia con le cellule e talvolta portano a una crescita abnorme di queste e al formarsi di tumori: come è possibile quindi che uccida i linfociti T causando immunodeficienza? Dobbiamo fermarci un attimo e riflettere: o l’Hiv fa crescere le cellule o le distrugge? O causa infezioni opportunistiche come polmoniti pneumocistiche e herpes o cancri come linfomi e cancro alla cervice! Sembra proprio un paradosso che l’Hiv sia stato accusato di causare una sindrome da immunodeficienza dove al suo interno convivono malattie che con la carenza di globuli bianchi non hanno nulla a che fare. O forse è da chiedersi se l’Hiv centri qualcosa con tutte queste patologie? L’Hiv non soddisfa i postulati di Koch: già a questo punto dovrebbe essere prosciolto. Ma proviamo ad andare avanti, facciamo finta che soddisfi i postulati di Koch. Gallo e Montagnier quando isolarono il virus in laboratorio non segnalarono casi di morte di linfociti T, anzi Gallo dichiarò di aver isolato l’Hiv in colture di linfociti T immortali. Ai due non è venuto in mente che questo è segno che l’Hiv non uccide i globuli bianchi? A tutti gli effetti, infatti, l’Hiv si comporta come un innocuo virus in transito e inattivo: non benefico come altri bacilli, Escherichia Coli per fare un esempio illustre, ma sicuramente non dannoso. Un virus causa la malattia in poche settimane, giusto il tempo per creare un esercito di virioni che sia in grado di mandare al tappeto l’organismo. Ma quella vincente, nella stragrande maggioranza dei casi, è solo la prima battaglia; dopo aver perso il primo scontro il sistema immunitario riorganizza le truppe di anticorpi ed elimina il virus. Per l’Hiv è lo stesso: tanto che il periodo di latenza “infinito” dell’Aids è una pura invenzione, nella vana speranza che il paziente sieropositivo si ammali di una della fitta lista delle malattie Aids-correlate in quel lasso di tempo e si possa dire “è morto di Aids”. Nei sieropositivi e nei malati di Aids si trovano pochissimi virioni (decine di migliaia per millilitro di sangue) e linfociti infettati (1 su 500 circa) e moltissimi anticorpi: solo qualche virione se ne sta bello e buono nascosto tra i linfociti, inattivo e incapace di replicare, sperando di non essere scoperto dai migliaia di anticorpi che “sorvegliano”. E nei malati si Sarcoma di Kaposi e demenza i virioni non si trovano proprio: sono stati sterminati tutti: un vero e proprio genocidio. Ma gli scienziati se ne sono accorti? Certo che sì, e d’un tratto hanno creato il mito della “schiacciante correlazione con gli anticorpi”: forse la bugia più grande. Passiamo sopra anche a questo. Come notò a inizio Ottocento l’epidemiologo William Farr, tutte le malattie infettive, comprese quelle sessualmente trasmissibili, esplodono rapidamente nella popolazione, poi nel giro di breve tempo, si assiste a un declino poiché le persone o muoiono o acquistano un’immunizzazione naturale. Hanno quindi un andamento parabolico. L’Hiv, invece oltre ad essere in tutto e per tutto un virus di transito innocuo, risulta, secondo le statistiche, un virus vecchio come l’herpes virus o il cytomegalovirus. Sin dall’inizio un americano su 250 era sieropositivo e oggi è ancora così. Al contrario l’Aids non è esploso, ma è cresciuto continuamente: come si può incolpare un virus vecchio della patogenesi di una malattia che invece si diffonde sempre più? Significa che esistono sieronegativi che sviluppano l’Aids e si ammalano di malattie Aids-correlate…ed ecco balzare fuori dagli scaffali più di 4621 casi di sieronegativi malati di Aids, senza contare quelli che i medici stessi hanno celato o il Cdc ha riclassificato in “linfocitopenia da CD4 idiopatica”. Ma pensiamoci un secondo, la gente non si è sempre ammalata di Tbc, herpes, linfomi e tutte le infinite malattie della lista ufficiale anche se non era immunodeficienze e anche se non c’era l’Hiv di mezzo? E non sono stati curati efficacemente con le cure adatte? Non servono i quattro mila o quelli che sono casi di malati di Aids sieronegativi per mettere in dubbio il fatto che l’Hiv provochi l’Aids. Già a questo punto cominciano a sorgere seri dubbi, ma tralasciamo anche questo punto e proseguiamo. Se l’Aids fosse una malattia infettiva, come tutte le sue “sorelline” sifilide, influenza, polmonite, Tbc colpirebbe indiscriminatamente tutti gli strati della popolazione e entrambi i sessi in maniera pressoché uguale. L’Aids invece non si comporta proprio in questo modo, anzi: ha una preferenza spiccata per gli uomini che colpisce nove volte più delle donne. Anche aggiungendo nel 1993 il cancro della cervice, patologia che colpisce solo le donne, alla lista ufficiale delle malattie Aids-correlate, l’establishment non è riuscito a offuscare questo grave “problema”. Sebbene alla comunità medica vada il subdolo merito di aver creato una fantomatica esplosione dell’Aids allargando sempre di più la lista delle patologie ufficiali e riportando le stime dei morti di Aids a partire dal primo caso in assoluto, era difficile, con questi stratagemmi, dare l’illusione che la malattia “omosessuale” per eccellenza fosse esplosa anche tra le donne. L’Aids, sindrome composta da malattie estremamente eterogenee, colpisce da ventisei anni solo determinati gli uomini, ma non tutti, solo particolari gruppi a rischio: emofiliaci, che ora muoiono in pochissimi da quando si è cominciato a somministrare loro Fattore VIII purificato, tossicodipendenti, omosessuali che fanno uso di droghe pesanti e poppers e coloro che fanno uso di farmaci antiretrovirali. Sebbene si possa obiettare il caso Africa, dove la droga non esiste, nei paesi del Terzo Mondo l’Aids non è altro che una vera e propria truffa: una riclassificazione delle malattie che sa secoli infestano quei paesi sotto il nome generico di Aids, i cui casi vengono diagnosticati senza fare il test, per cui un po’ tutti sono malati di Aids in Africa, sia i sieronegativi che contraggono infezioni opportunistiche ma non hanno l’Hiv, sia i sieropositivi che l’Aids lo prendono a causa dei farmaci che noi paesi sviluppati “gentilmente” doniamo. Tornando un momento in America ed Europa: l’Aids colpisce sempre gli stessi gruppi a rischio da sempre, indipendentemente se questi sono sieropositivi o negativi, e ogni gruppo a rischio è colpito da determinate malattie: il Sarcoma di Kaposi colpisce solo gli omosessuali per esempio, mentre emofiliaci e tossicodipendenti si ammalano più facilmente di polmonite per esempio. Mentre coloro che prendono i farmaci prescritti dal proprio medico, l’Azt e “compagni”, sono spesso soggetti a perdita di peso, diarrea e in casi estremi anche linfomi: Magic Johnson è un chiaro esempio della tossicità dei farmaci per la terapia dell’Aids. Ora, facendo un bilancio di tutto ciò, senza dilungarci nell’infinità di paradossi che il dogma Hiv-Aids contiene al suo interno, l’impressione è che o la comunità medica ha commesso un grave errore o non è stato uno sbaglio, ma ha un colpo di mano dei virologi e delle case farmaceutiche assetati di carriera e profitto. L’Aids dimostra chiaramente di non essere la conseguenza dell’Hiv, e di nessun altro microbo di qualsiasi tipo: la correlazione è un vero e proprio articifio. A tutti gli effetti invece, la vera causa soprattutto nei Paesi sviluppati, dove appunto nato, sembra essere la droga e i farmaci per la cura dello stesso Aids, molto più tossici della droga. Che Montagnier abbia finalmente deciso di venire allo scoperto? Dopotutto prima o poi doveva uscire allo scoperto la verità…dopo un premio Nobel vinto per aver isolato l’Hiv, sempre meglio confessare il peccato che stare zitti e fare finta di nulla, nell’infantile speranza che tutto ciò svanisca nel silenzio. Non sarebbe meglio che anche Gallo emulasse il suo comportamento? • Studente liceale, nato nel 1991, giocatore di squash, libero pensatore adolescente.

Parliamo di Aids

Dem Vater grausets, er reitet geshwind, Er haelt in Armen das aechzende kind, Erreicht den Hof mit muehe un Not, In seienen Armen das Kind war tot Preso da orrore il padre veloce cavalca, il bimbo che geme, stringe fra le sue braccia, raggiunge il palazzo con stento e con sforzo, nelle sue braccia il bambino era morto. Erlkoenig – Il Re degli Elfi, Johann Wolfgang Goethe Questa immagine mi ricorda il dolore e la disperazione di chi ha perso un caro in quel grande atto criminale contro l'umanità che è stato l'aids. Ho detto immagine, me ne accorgo ora, anche se sono "solo" parole. Ma che potenza evocativa....

venerdì 21 gennaio 2011

Parliamo di Aids

“ E ciò che è scritto bene, e ciò che è scritto male…..c’è davvero bisogno di chiederlo a Lisia o a qualunque altro oratore o poeta abbia scritto, o scriverà, di politica o d’altro, in metro o in prosa? E ciò che è bene, Fedro, e ciò che non è bene – dobbiamo chiedere ad altri di dirci queste cose? “ Da “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” di Robert M. Pirsig Non è forse ora di formare una coscienza critica nostra

lunedì 17 gennaio 2011

Magistratura e Berlusconi

Questi giudici ce la mettono tutta per fargli rivincere le elezioni.
Ora e sempre Peter Pan