Un piccolo resoconto sullo spettacolo di Povia e dell’avvocato
Amato.
Ho aspettato oggi per vedere se il Gdv rinsaviva e qualcuno
di Cornedo e della scuola prendesse le distanze su quanto accaduto, ma solo una
lettera del dirigente scolastico oggi stigmatizzava l’accaduto, mentre per il Gdv
ieri lo spettacolo è filato via liscio ed è stato un successone.
Per la seconda ha ragione, Cornedo, dando oltretutto il patrocinio del
comune, ha dimostrato tutta la sua statura civile riempiendo la povera scuola
che, essendo luogo di formazione, probabilmente vibrava sgomenta nelle sue stesse mura.
Ma non tutto è filato liscio, perché una voce, una, la mia,
unica in tutta la sala si è fatta sentire interrompendo lo spettacolo disgustoso, disgustato, quando, con perifrasi delinquenziali, si paragonava la lobby gay
al nazismo, e quindi ai campi di concentramento.
Una madre la fila sotto di me chiudeva le orecchie la
figlio, urlando di non ascoltare quello che dicevo, mentre ricordavo che gli
omosessuali venivano condotti ai campi di concentramento.
Nel mentre alla tutte le persone intorno mi apostrofavano
sbeffeggiandomi con urla, ululati e lazzi, invitandomi anche fisicamente ad
uscire. Un vero e proprio dibattito insomma. Tra una persona pensante e un
branco di selvaggi.
Dimenticando immemori che gli stessi omosessuali sono stati
tra quelli che hanno fatto la stessa fine, grazie proprio a personaggi come
quelli sul palco e, purtroppo anche a quelli che applaudivano, che salutavano
con commenti beceri e volgari le diapositive omofobe che venivano proiettate
sul palco a corroborare se ce ne fosse bisogno, il comizio immondo che si stava
completando sul palco.
Fino ad arrivare, presentandola come unica cura per gli
omosessuali, a proiettare una gigantesca supposta con scritto “Eterox” a tutto
schermo.
A tutto c’è un limite, nel mentre i figli di questa genia di
ignoranti violentano un ragazzino disabile, come a Giuliano, o mettono una
pigna in culo a un ragazzino a Vigevano, dopo averlo appeso nudo a testa in
giù.
Quella diapositiva proiettata in una scuola è un reato, si
chiama istigazione a delinquere. E ricorda tanto il manganello e l’olio di
ricino.
Potrei scrivere ore raccontandovi di uno spettacolo dove il
dibattito non c’è stato, mi è stato concesso di iniziare a parlare solo alla fine, e mi è stato
tolto il microfono subito dopo, ovviamente soverchiato dalla contestazione dell’onorevole
platea.
Uno spettacolo dove a sostenere la ricostruzione falsa e menzognera della
famiglia giuridica sono state proiettate slide in tedesco, spagnolo, latino, greco,
cirillico e financo in svedese, davanti a una platea che applaudiva beota.
Ora, sinceramente, non ho avuto l’impressione di una così
profonda conoscenza delle lingue antiche intorno a me, per usare un eufemismo.
Chiudo con una perla: un signore, che mi si è avvicinato
apostrofandomi duramente per aver ricordato Wojtyla affacciato alla finestra con Pinochet, ha
chiuso così minaccioso: “lassa stare i santi DIO P…O”.
Poveri noi.