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domenica 4 settembre 2011

Parliamo di Aids

Dal sito www.ilvirusinventato.it La truffa AIDS/HIV: le cose che non vi hanno mai detto. Questo sito nasce a seguito di una ricerca sull'AIDS, avviata per approfondire la conoscenza di un argomento che riguarda tutti, dopo aver sentito alcune storie di persone "sieropositive" in piena salute che hanno cominciato a star male nel momento in cui è iniziata la cura con i farmaci antiretrovirali. Si poteva pensare a semplice coincidenza oppure ipotizzare una qualche relazione tra i due eventi: la logica e un po' di sano scetticismo ci hanno spinto verso l’indagine. Abbiamo quindi condotto una ricerca approfondita sull’argomento, e siamo arrivati dove non potevamo immaginare: ciò che credevamo vero da sempre, dal 1984, si è rivelato incoerente ridicolo e criminale; altre posizioni sono affiorate, un mondo di scienziati, medici, giornalisti e politici impegnati in una battaglia contro l’establishment per combattere un mostro che ha arricchito alcuni, ucciso molti, condizionato o terrorizzato tutti.Il quadro che si è delineato nel corso della nostra ricerca è estremamente complesso, gli aspetti clinici e sanitari del problema sono profondamente collegati a quelli sociali economici e politici. Non ci proponiamo quindi, in questo spazio, di fornire un’analisi completa ed esaustiva del fenomeno, ma piuttosto di indicare al lettore una prospettiva diversa, abbozzando gli aspetti principali della storia e fornendo indicazioni per reperire tutte le informazioni necessarie per validare e completare personalmente il quadro. Premessa Quando parliamo di AIDS usiamo due concetti basilari: "malato asintomatico" e "sieropositivo". Sono intimamente collegati. Un malato asintomatico è una persona in cui non c'è nessuna evidenza, nessun sintomo, nessun segno della malattia: insomma uno che non è malato se non sulla base di un foglio di carta dove c'è scritto positivo. E anche la sieropositività è basata soltanto sulla stessa parola scritta sullo stesso foglio di carta. E quella parola è solo il risultato di un test. I medici sono stati espropriati della possibilità di fare una diagnosi, non c'è più confronto, non c'è più la possibilità che uno dica si e un altro no. La diagnosi la fa esclusivamente il sistema sanitario/farmaceutico che brevetta, approva e produce i test. E' evidente che il concetto di malato asintomatico sieropositivo è contraddittorio e che tutto l'insieme è estremamente pericoloso: il test decide, al di là di ogni evidenza, se una persona è sana o malata.

Parliamo di Aids

E ora un po' di libri: Questo è un elenco parziale dei principali libri scritti dai dissidenti. I primi sono in lingua italiana disponibili in libreria. Per gli altri librerie internazionali o www.amazon.com. 1. Il Virus Inventato - Peter Duesberg – Baldini Castoldi. 2. AIDS La grande truffa - De Marchi / Franchi – Edizioni SEAM. 3. La vera storia dell'Aids - David Rasnick - Edizioni SPIRALI. (Storia romanzata). 4. AIDS e se fosse tutto sbagliato? - Christine Maggiore - Macro Edizioni, 5. AIDS: nuova frontiera - Siro Passi e Ferdinando Ippolito - Lombardo Editore in Roma. 6. Jon Rapport - AIDS Scandal of theCentury - Human Energy Press. 7. AIDS: The Failure of Contemporary Science - Neville Hodgkinson - Fourth Estate Press.. 8. AIDS: The Good News Is HIV Doesn't Cause It - Peter Duesberg & J. Yiamouyiannis. 9. Black Lies, White Lies - Tony Brown - William Morrow and Company. 10. Deadly Deception: the Proof That Sex and HIV do not cause AIDS - Robert Willner, MD. 11. Infectious AIDS: Have We Been Misled? - Peter Duesberg. North Atlantic Books. 12. Sex At Risk - Stuart Brody. - Transaction Press. 13. The AIDS Cult - John Lauritsen. - ASKELEPIOS/Pagan Press. 14. The AIDS War - John Lauritsen. - ASKELEPIOS/Pagan Press. 15. Poison by prescription: the AZT Story - John Lauritsen. & Peter Duesberg. 16. The HIV Mith - Jad Adams. - St. Martin's Press. 17. World Without AIDS - Steven Ransom & Plillip Day - Credence Publications. 18. Positively False - Joan Shenton - IB Taurus Books. anche qua ne abbonda del materiale per crearsi una propria opinione......

Parliamo di Aids

Fonti, Bibliografia e riferimenti utili per approfondimenti Associazioni e siti: I dissidenti hanno dato vita a numerose associazioni e sono presenti in tutti i paesi occidentali. Per saperne di più: • www.virusmyth.net • www.duesberg.com • www.aidsmyth.com • www.aliveandwell.org • www.rethinkingaids.com • www.healtoronto.com • www.informagiovani.it • www.supereva.it • www.disinformazione.it • www.medicinaqualita.it • www.units.it • www.digilander.libero.it/controinfoaids chi vuole può trovare quello che cerca.....

venerdì 26 agosto 2011

Parliamo di Aids

Secondo alcuni autorevoli autori, l'utilizzo delle droghe ricreative, soprattutto dei poppers, è alla base di molti casi di Aids, ed anche i primi 5 casi di Aids, registrati a Los Angeles nel 1981, sarebbero da mettere in relazione con l'utilizzo dei nitriti inalanti (poppers). Ecco, ad esempio, cosa scrive Peter Duesberg, nel suo libro: AIDS, il Virus inventato, Baldini Castoldi Dalai editore, 2° edizione, (2006) "Oggi milioni di americani consumano ogni giorno cocaina, nitriti inalanti, amfetamine, eroina, Lsd, marijuana, Pcp e altre droghe psicoattive" (pag. 425.) "Quasi nessuno ricorda che solo dieci anni fa l'Aids era ancora considerato da molti scienziati un insieme di patologie acquisite con il consumo di droghe a fini di svago. Dato che quasi tutti i pazienti Aids erano omosessuali che avevano consumato nitriti ed eticloruri inalanti (popper), cocaina, eroina, amfetamine, fenilciclidina, Lsd e altre droghe o stimolanti sessuali, oppure eterosessuali che si iniettavano in vena cocaina ed eroina, i primi ricercatori che si occuparono di Aids definirono queste droghe causa della sindrome. La droga sembrava infatti la spiegazione più plausibile del fatto che l'Aids restava confinato a quei gruppi che ne facevano uso. Questa ipotesi originaria fu chiamata ipotesi dello stile di vita" (pagg. 426-427). Duesberg, nella sua puntuale e circostanziata rassegna, ricostruisce come l'establishment dell'Aids abbia enfatizzato la scoperta nella sindrome dell'Aids nel 1981 allorchè Michael Gottlieb riscontrò, nell'area di Los Angeles cinque casi e "tutti e cinque i pazienti erano omosessuali attivi" (pag. 160). "nonostante il fatto che le cinque vittime non avessero avuto contatti fra loro, l'articolo (di M. Gottlieb) non andava tanto per il sottile nell'affermare che poteva trattarsi di "una malattia presa per contatto sessuale. Sepolto nel lavoro scientifico di Gottlieb c'era un altro fattore di rischio comune che legava i cinque pazienti in modo molto più specifico del sesso: tutti e cinque avevano riferito di usare droghe a scopo ricreazionale, in particolare nitriti inalanti. Il sesso, pratica vecchia di tre miliardi di anni, non è specifico di un solo gruppo ed è difficilmente plausibile come causa di una malattia nuova"" (pagg. 160-161). In seguito "nuovi casi furono segnalati (...), tutti i pazienti erano omosessuali maschi, che avevano ammesso di far uso di quelli che in gergo si chiamano poppers, i nitriti liquidi volatili che erano diventati di moda nella comunità gay per la loro capacità di facilitare il rapporto anale, nonchè di mantenere l'erezione e prolungare l'orgasmo. Questa droga si presentava come la spiegazione più specifica, soprattutto per la sua nota tossicità biochimica" (pag. 161).

lunedì 15 agosto 2011

Parliamo di Aids

Questo l'ho scritto in memoria del mio gatto, Murat II. E' proprio vero che davanti a Dio siamo tutti uguali. Murat II era il mio gatto. Intellettuale e riservato, intelligente e curioso, era molto calato nel ruolo del supervisore, con distaccata fierezza, ma non snob.partecipava attivamente alle mie attività al computer, un po’ invadente a dire il vero, adorava pigiare i tasti con tutte le zampe, come si conviene ad un buon dattilografo, e adorava verificarne l’effetto sullo schermo. Se mi siedevo alla mia scrivania lui era lì, ore 13.00, accovacciato a mo’ di sfinge. Gli hanno diagnosticato l’Hiv dei gatti. Non sapevo nemmeno che esistesse. Ora, a dire il vero, non ho più nemmeno tante sicurezze sull’esistenza dell’altro, anzi, mi domando, con tutto il vissuto che ho proprio in questo senso, se dovevo aspettare un ragazzino che venisse a risvegliarmi i sensi, in senso di attenzione civica, e mi seminasse il dubbio su una questione così grave. E si che ne avevo avuto di occasioni nel passato, per formarmi una coscienza critica, per usare un eufemismo, nei confronti dell’estabilishment medico. Probabilmente negli ultimi anni ho un po’ dormito. Quindi, dopo aver redarguito Murat per le sue scappatelle amorose senza precauzioni, l’ho visto spegnersi piano piano, in un’agonia di sofferenza condivisa lunga due mesi, l’ho visto poi riprendersi, e poi andarsene di colpo, aggravandosi in meno di due giorni. L’ho sotterrato e ho pregato per lui, insieme alla mia famiglia. Amavamo tutti molto questo gatto, ognuno secondo la sua sensibilità e temperamento. Chissà se sa di essere morto di qualcosa che non esiste, pensa che beffa. Qualcosa che è inventato, che è una truffa medica o farmaceutica che sia perpetrata ai danni dell’umanità. E ora anche dei gatti. Eppure il veterinario è un buon uomo, io li riconosco gli uomini buoni. Che ne sia vittima inconsapevole anche lui, di questo sporco gioco? Penso proprio di si. In ogni caso Murat non è più, tutto il resto non conta niente.

sabato 25 giugno 2011

Parliamo di Aids

E ora una testimonianza diretta, raccontata da me. Sembra un ossimoro, ma ne voglio parlare. ho pensato che il titolo potrebbe essere "Io ce l’ho. Una testimonianza diretta. Da vicino nessuno è più diverso.* Sono nato da queste parti. Ora vivo lontano, dove ho trovato un po’ di pace, a poco più di trentanni dalla mia nascita. Inizierò le cure tra poco, mi hanno detto che il “mostro” dorme, ma che bisogna diffidare. Faccio parte della genia che si dice colpevole della diffusione dell’Aids. Per altri invece, i veri destinatari dell’azione scientifica di distruzione perpetrata sotto il velo di una maledizione virale inesistente in realtà: assieme ad altri disperati logicamente, per ragioni diverse: eroinomani, negri. Mancano gli ebrei e i comunisti, per parafrasare Guccini. Gli ebrei, a dire il vero, ci sono già passati, immemori di tanto orrore, a vederli riproporre oggi gli stessi schemi nel ruolo opposto. D’altronde, non erano forse anche loro come noi “maledetti da Dio”? beh, se non da Dio, ora lo sono sicuramente da qualche famiglia palestinese. Più di qualcuna. Sinceramente, non vedo nessuna differenza tra Shabra el Shtila e Auscwitz. Proprio nessuna. Disperati. Come me che devo cercare esilio solo per poter vivere con dignità la mia condizione di ragazzo omosessuale. Come me che sono stato violentato a 15 anni. Da chi secondo voi? Leggete le cronache di questi giorni e avrete la risposta. Non occorre andare in Irlanda, o negli Stati Uniti. Ce la caviamo discretamente anche noi in Italia, per questo. E adesso, questo “Castigo di Dio”, anatema sulla bocca degli stessi che mi hanno già castigato, di loro. Buffo, no? È difficile convivere con il “bisso”, come lo chiamo io. Non so cosa farò e come vivrò. Se vivrò. Non so se tutto ciò sia vero o falso, in questo momento mi è distante, questa cosa. Dio ha già giocato abbastanza con me, direttamente o per procura. È ora di finirla. * Questo articolo fa riferimento ad un ragazzo di Schio, mio carissimo amico, che vuole mantenere l’anonimato.

Parliamo di Aids

STORIE, FAVOLE E LEGGENDE, della serievMI PIACCION LE FIABE, RACCONTANE ALTRE…. La storiella di Dugas mi ricorda un po’ quella del passaporto caduto integro da uno degli aerei che si schiantò sulle Torri, che provava inequivocabilmente il coinvolgimento dei terroristi arabi (!) è giusto quindi riportarla integra, così come la troviamo su Wikipedia. Gaëtan Dugas è ricordato come un uomo di bell'aspetto che frequentava assiduamente la comunità gay. Si recava a San Francisco, per il Gay Pride, ogni anno, a partire dal 1978. Nel 1981 gli fu diagnosticato l'Aids. Uno studio del 1984, di David Auerbach e altri, discusso, pubblicato dal The American Journal of Medicine[1] che ricostruisce i rapporti sessuali di cinquanta tra i primi infettati da Aids poneva al centro dell'infezione Dugas (ma senza identificarlo per nome), notando che trenta fra i primi sieropositivi registrati avevano in comune il fatto di avere avuto un rapporto omosessuale con Dugas. Studi più recenti sostengono che tale identificazione sia un mito, e che lo studio sia errato perché partiva da ipotesi sbagliate rispetto al periodo d'incubazione della malattia. In effetti, nella comunità gay estremamente promiscua ma di dimensioni circoscritte di quegli anni, è del tutto pensabile che i primi cinquanta contagiati avessero in comune molti altri partner, inclusi gli uni gli altri. Nonostante l'assenza di prove, la leggenda del "paziente zero" si è diffusa, e si legge ancora in Internet che Dugas fu colui che "portò il virus in Nord America" (e le probabilità che ciò corrisponda al vero sono molto scarse) o, addirittura a San Francisco (e la cosa non ha alcun fondamento scientifico). Il "paziente zero" è stato usato ampiamente dal cinema, teatro e stampa come spauracchio, e capro espiatorio, della paura dell'Aids. La sua figura assunse il ruolo mediatico dell'"untore" che "aveva portato" deliberatamente l'Aids negli Usa, che altrimenti sarebbero rimasti "sani" (mentre a tutti gli effetti furono il luogo da cui l'epidemia si diffuse verso gli altri paesi occidentali). La stampa raccontò particolari atroci su Dugas e sulla sua perfidissima e deliberata intenzione di contagiare i poveri gay statunitensi: fu scritto che dopo avere avuto un rapporto sessuale al buio accendesse la luce, mostrasse le lesioni del Sarcoma di Kaposi e dicesse: "Questo è il cancro gay" (così era stato definito nei primi anni l'Aids), "e forse te lo prenderai anche tu". Oppure: "Ho il cancro gay. Ne morirò, e forse ora ne morirai anche tu". Fu scritto pure che ad un medico che gli aveva consigliato di praticare solo sesso sicuro avesse risposto "Qualcuno ha contagiato me, ed ora contagio io gli altri". Queste dichiarazioni sono oggi facilmente riconoscibili come leggende urbane, ma mostrano a quale livello fosse arrivato l'accanimento contro le persone sieropositive in quegli anni, al punto che erano trattate come veri e propri untori, come ai tempi della peste. Contro tale clima di "caccia alla streghe" è stato girato anche un film satirico, Pazienza zero (Zero Patience) presentato in Italia nel 1994 al Festival di cinema Gay di Torino "Da Sodoma a Hollywood" ed uscito in videocassetta con il titolo Il grande gelo. Quanto a Dugas egli, trasferitosi a San Francisco dopo la diagnosi, tornò in Canada quando la salute si aggravò, per potere godere dell'assistenza sanitaria. Qui morì a soli 31 anni nel 1984.