Pagine

domenica 4 settembre 2011

Parliamo di Aids

Ora cito un bel pezzo di Repubblica Da vicino nessuno è diverso Repubblica — 09 maggio 2004 pagina 1 sezione: MILANO Le undici ore di volo Shanghai-San Francisco volgono al termine. Ci lasciamo alle spalle la lunga traversata del Pacifico, il cielo è sereno e dal finestrino dell' aereo si vede la magnifica costa della California settentrionale baciata dal sole: Mendocino, Bodega Bay, Point Reyes, Bolinas, Stinson Beach, Marin Headlands, fino al familiare ponte che accoglie chi arriva a San Francisco dall' Oceano, il Golden Gate Bridge. Mentre il comandante annuncia il prossimo atterraggio riallaccio la conversazione con la mia vicina di sedile. Giusto il tempo per apprendere che la piacente trentenne è una manager, direttrice vendite di Target, la nota marca di americana di moda "casual" per teenager. Mentre sorvoliamo a bassa quota le familiari colline riesco quasi a riconoscere casa mia mi chiede in quale quartiere di San Francisco abito. Anche lei, dice, amerebbe vivere in centro, ma i vincoli familiari l' hanno portata in un sobborgo di periferia. Per motivi di lavoro, mi dice con un sorriso radioso, la sua fidanzata preferisce abitare fuori. Sorrido anch' io, guardo ancora fuori dal finestrino mentre il Boeing 747 vira su Alcatraz e la Baia e mi dico: welcome back home. Adesso mi sento davvero ritornato a San Francisco, e la Cina mi pare un universo lontanissimo. Qualche mese fa quando al City Hall il nostro sindaco Gavin Newsom celebrava i matrimoni gay, una studentessa di mia moglie stava passeggiando con sua madre proprio dalle parti del municipio. Affettuosamente la mamma e la figlia si tenevano per mano. Di colpo, senza aver tempo di rendersi conto di quel che accadeva, sono state attorniate da passanti entusiasti, gente di ogni colore, età e condizione sociale che applaudiva: evviva, hurrà, brave, auguri, felicità felicità. Ci hanno messo qualche minuto per capire l' equivoco: le avevano scambiate per due novelle spose. Qualche settimana fa ci è arrivata a casa la convocazione ufficiale per l' esame di maturità (baccalaureat francese) che mio figlio Jacopo dovrà sostenere a giugno. Jacopo frequenta una delle migliori scuole internazionali della città, la French American International High School. Come di consueto per la prova di maturità il liceo deve affittare un locale esterno, più spazioso e adatto all' esame. Aprendo la busta della convocazione l' occhio ci è caduto sul nome dell' istituzione prescelta per ospitare la maturità di quest' anno: è il centro studi sulla cultura gay-lesbica. In altre parti d' America e del mondo, credo che alcuni genitori reagirebbero con indignazione. Fossimo nel Texas, o in Italia, suppongo che potrebbe nascere un piccolo scandalo. Qualcuno, con figli nelle classi inferiori, potrebbe essere tentato di toglierli da una scuola così. Ma quella di mio figlio non è una scuola trasgressiva. è semplicemente una scuola di San Francisco. Qui il movimento gay è nato, qui ha avuto i suoi trionfi e le sue tragedie. Chi viveva a San Francisco negli anni Ottanta ricorda quando il Castro il quartiere favorito dalle coppie omosessuali era ridotto a una città-fantasma, la sua popolazione decimata dall' ecatombe dell' Aids, la vita quotidiana scandita dai funerali. Oggi è uno dei quartieri più costosi ed eleganti, animati e divertenti, un polo d' attrazione per tutti grazie ai suoi teatri, cinema d' essai, librerie e locali notturni. La trasgressione vi fa capolino una volta all' anno con la sfilata notturna di Halloween, una convenzionale carnevalata all' insegna del travestitismo, così innocente che attira le famiglie con bambini. Per il resto è un tranquillo quartiere borghese. Dove si vedono coppie di uomini di mezza età che si tengono per mano andando a fare la spesa al supermercato. Non c' è nulla di caricaturale, niente forzature né esibizionismi. è tutto molto normale, nella città meno normale del mondo. - FEDERICO RAMPINI

Nessun commento:

Posta un commento