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lunedì 23 marzo 2020

L'amore ai tempi del Coronavirus. Chapter four

Alcune cose che non mi convincono:
il fatto che tutto sia circondato da un alone di....nebbia.
il paziente zero, l'origine, i sintomi, come ci si ammala, come si guarisce, i decreti che si susseguono addirittura un giorno per l'altro, soprattutto quelli dell'8 e il 9 marzo, a me danno un senso di inadeguatezza di chi è preposto a governarci.
Le disposizioni all'italiana, e cioè si, no, forse, ma. Ad esempio, dal sito del governo il 17 marzo:

Consentito l'uso della bicicletta, condizioni e limitazioni
In particolare, riguardo l'uso della bicicletta è consentito sia usarla come mezzo di trasporto negli spostamenti ammessi per raggiungere la sede di lavoro, il luogo di residenza, nonché per raggiungere i negozi di prima necessità, sia per praticare attività sportiva all'aperto.

Le condizioni a cui attenersi, come per tutti gli spostamenti consentiti, sono:

non spostarsi in gruppo
mantenere la distanza di sicurezza minima di 1 metro fra le persone.
Non è necessaria l'autodichiarazione
L'attività motoria all'aperto è espressamente prevista dai decreti come consentita, quindi non è necessaria alcuna autodichiarazione. In caso di controlli, le autorità di pubblica sicurezza possono comunque richiedere di dichiarare il perché dello spostamento. In quel caso, si è tenuti a effettuare la dichiarazione. In caso di dichiarazione falsa o mendace si può incorrere nelle sanzioni previste.

MA COME?
SE NON è NECESSARIA L'AUTOCERTIFICAZIONE PER L'ATTIVITA' MOTORIA PERCHE' POSSONO CHIEDERLA E DOBBIAMO DARLA?

Oppure oggi, alla radio, riguardo i genitori separati e il problema dei figli:

"si, si può, ma con una frequenza non sospetta"

MA CHE CAZZO VUOL DIRE?

SIAMO UN POPOLO DI PAGLIACCI

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