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mercoledì 16 febbraio 2011

Parliamo di Aids

E ora un occhio ai riflessi sociali della faccend, per dare un'idea dell’ambiente in cui ci muoviamo il testo è mio, ho deciso di intitolarlo: "L’ecatombe sociale di una comunità gay" di Ricky “Peterpan” Carlassare * Come può essere che tutto ciò possa accadere? Semplice, basta darsi uno sguardo intorno. Il razzismo di cui la nostra società è intrisa è sotto gli occhi di tutti, parliamo pure anche solo d’Italia, in senso razziale siamo così dimentichi del nostro ruolo di emigranti vissuto solo un paio di generazioni fa, da far inorridire chiunque abbia un po’ di buon senso e di memoria storica. C’è una bellissima parola in veneto, “foresto” che raccoglie dentro di se tutto quello di cui andiamo cercando per capire la sociologia di questa….”Nazione”. Se ci stupiamo dell’ecatombe di Frisco, di quegli anni in cui i gay sono stati trattati come appestati ed è stato tentato di isolare una comunità per arrivare a distruggerla, se non altro socialmente, arrivando a chiudere tutti i punti di ritrovo, non dimentichiamo che a Milano, ad un ragazzo omosessuale che ha avuto l’onore, pace all’anima sua, di essere uno dei primi morti di Aids in Italia, il parroco rifiutò il funerale in chiesa, in quanto pericoloso per i suoi parrocchiani, e lo fece citando il Cardinale Siri, allora Arcivescovo di Genova, che affermava, tra la tacita condivisione di tutti, che l’Aids era “La Peste del Secolo, il Cancro dei Gay”, e quindi, giocoforza, giusta Punizione di Dio, per chi appunto, ne violava gli insegnamenti. Chissà di cosa si occupa oggi, il nostro baldanzoso Cardinale, ammesso sia ancora vivo. Charles Vella, in un suo libro, scrive indispettito che gli infetti rifiutavano di comportarsi da tali, in ultima analisi. Citando il suo libro: “ Un esempio di questa problematica è costituito dal tentativo fatto negli Stati Uniti di chiudere le saune frequentate da persone a rischio (ipocrita! N.d.R.). Alcuni sostenevano che la salute pubblica e la prevenzione ne esigevano la chiusura. A San Francisco il Commissario per la Salute Pubblica optò per la chiusura in base al parere di noti medici (Aiuto! N.d.R.). i tribunali decisero che ciò costituiva, da un punto di vista costituzionale, una restrizione della libertà (Ma và?!? N.d.R.), e di conseguenza le saune furono riaperte con innumerevoli conseguenze per la collettività, oltre che per la spesa sanitaria pubblica”. Questo dice il buon Charles, con la perla della chiusura finale sulla spesa pubblica: allucinante, di cosa dovremmo meravigliarci più? Vi assicuro che se vi prendete la briga di leggere oltre c’è di che divertirsi. Ma questo è solo un esempio. Per venire alla nostra amata terra, ricordo qualche giorno fa una lettera di un certo De Toffoli, o qualcosa di simile sul Giornale di Vicenza, il quale dissertava sulla questione della perla di quell’altro coglione di Genova, su omosessualità = pedofilia ( e potremmo aspettarci qualcosa di più?), logicamente dandogli ragione, farfugliando di lussuriosi e pervertiti. Quello che più colpiva era la pubblicazione della lettera in maniera pedissequa da parte del Giornale, senza cioè stigmatizzare o prenderne le distanze con un filo di nota. No, niente di tutto questo, ma il peggio è che non è consapevole, cioè non se ne sono accorti, perché la pensano allo stesso modo. Un Giornale che ne avrebbe ben altre da guardare, nella nostra amata cittadina, che detiene il record di chiese, lap dance e puttane allo stesso tempo. Non sembra cambiata molto la situazione, dai tempi di “Signori e Signore, buonasera!” * Uomo libero, ama pensare, scrivere e rimanere vivo.

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